Alessandro Ballarin

Pordenone

ma anche Correggio e Michelangelo

Saggi in Officina
2019, 614 pp., 270 ill. a colori e 230 in b/n
Brossura, 17x24 cm
ISBN: 9788833670645

€ 45,00  € 42,75
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Quarta

Questo volume è dedicato a Giovanni Antonio de Sacchis, detto il Pordenone (1483/84-1539), uno dei protagonisti della pittura in Valpadana della prima metà del Cinquecento. Dopo l’iniziale periodo di formazione friulano, viene influenzato da Giorgione (affreschi di Vacile e pala di Spilimbergo). Il suo stile diverrà più ampio e drammatico dopo un soggiorno romano (affreschi del duomo di Treviso e del duomo di Cremona). Il confronto con Correggio e Parmigianino è esemplificato dalla cupola di Santa Maria di Campagna a Piacenza e quello con Tiziano in alcune pale d’altare di cui rinnova il tradizionale impianto compositivo. Il saggio che qui presentiamo, scritto da Alessandro Ballarin, grande esperto di pittura veneta del Cinquecento, in punta di stilografica nella primavera-estate del 1989, è rimasto a lungo in una scatola d’archivio. Ripreso in mano nel 2018, dopo aver terminato i sette volumi di testi e tavole del Giorgione, è stato aggiornato e approfondito. La storia di Pordenone, seguita dall’ultima fase dei lavori nel castello dei Collalto a San Salvatore di Susegana nel 1511 fino alla morte avvenuta a Ferrara alla corte di Ercole II nel 1539, ne esce profondamente modificata nella sua fisionomia, rispetto alle due monografie di riferimento, di Caterina Furlan del 1988 e di Charles Cohen del 1996 (in inglese). Soprattutto risultano studiate in modo diverso la foga e l’intelligenza con cui egli si è rapportato ai grandi avvenimenti figurativi del suo tempo, in particolare a Tiziano, a Correggio, a Michelangelo; e nel seguire fino in fondo le circostanze di questi confronti, succede che gli sviluppi dell’indagine si propongano di chiarire alcuni punti nevralgici della storia stessa di quei tre autori. Il grande tema dell’impatto della cappella Pallavicino (chiesa dell’Annunciata, Cortemaggiore) sulle vicende della pittura padana degli anni Venti del Cinquecento, finora totalmente mancato, comporta un’irruzione nella storia artistica di Bologna di quel momento, destinata a cambiarne la nostra visione. Il seguito a Venezia negli anni Trenta, dopo Piacenza e Genova – un passo scritto per l’occasione a partire da una novità rimasta in archivio per quarantacinque anni, che sarà una delle ragioni di attrazione del libro –, dà luogo ad un riassetto della produzione di quel momento, che però alla fine, grazie a quella novità, sfuma nella scoperta di una nuova stagione ferrarese destinata a restare piena di incognite.

Allegati
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Indice

Sommario

IX Prefazione

1 Pordenone ma anche Correggio e Michelangelo

158 Michelangelo e la congiuntura romana 1520-1527

193 Pordenone 1532-1539, oggi

209 La questione di Ferrara

221 Post scriptum

223 Nota bibliografica

253 Tavole

Autore

Alessandro Ballarin
già Professore ordinario di Storia dell'Arte Moderna dell'Università degli Studi di Padova, è il maggiore studioso vivente dell'arte rinascimentale nell'Italia settentrionale. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo quella dedicata al Camerino delle pitture di Alfonso d'Este (6 voll.), Romanino (2 voll.), Leonardo da Vinci (4 voll.), Giorgione (7 voll.). Con Officina Libraria ha pubblicato Pordenone ma anche Correggio e Michelangelo.