Donata Battilotti

Le mura di Vicenza nel Cinquecento

Cronaca di un fallimento

Saggi in Officina
2020, 192 pp., 32 ill. a colori
Brossura, 17x24 cm
ISBN: 9788833670874

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Quarta

Fin dall’inizio del Cinquecento Vicenza è al centro di iniziative per il rinnovamento della sua cinta muraria. La città si trova infatti in una posizione strategicamente delicata dello Stato veneziano, a pochi chilometri dal confine settentrionale con l’impero asburgico, e le sue alte mura medievali sono ormai inadeguate di fronte alla sempre più potente artiglieria e ai mutati sistemi d’assalto. Dopo un grandioso piano di fortificazione avviato da Bartolomeo d’Alviano e rimasto interrotto, si susseguono incalzanti, fino alla metà del secolo, interventi d’emergenza e progetti più o meno articolati che coinvolgono prestigiosi uomini d’arme e architetti, concludendosi però con un nulla di fatto. Tutti si scontrano con la presenza pericolosa del Monte Berico, con la necessità di radere al suolo parte della città, con la ribellione dei vicentini per la quota di spesa giudicata eccessiva, con la prassi decisionale veneziana che si nutre di un numero esponenziale di pareri di esperti. L’intera vicenda, nota nelle linee generali ma mai indagata a fondo, viene ricostruita attraverso le voci dei testimoni e dei principali protagonisti, a cominciare da quelle che emergono dalla fitta e inedita corrispondenza del capitano generale dell’esercito veneziano Francesco Maria I Della Rovere, duca di Urbino, e dopo di lui del figlio Guidobaldo II, con il loro agente a Venezia Giovan Giacomo Leonardi, esperto militare e autore di un trattato sulle fortificazioni.

Allegati
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Indice

INDICE

7 Premessa

8 Introduzione

11 Gli antefatti

11 «In l’umbilico del Stato et molto vicina ala natione alemana»

12 Il piano di Bartolomeo d’Alviano (1509)

25 Francesco Maria I Della Rovere

25 Il capitano generale e il cavaliere filosofo

28 «Immunitam ac indefensam»: gli interventi di Camillo Orsini e Giovanni Contarini (1525-1526)

31 «Vorìa sopratutto fosse fortificà Vicenza»: entra in scena il duca di Urbino (1528)

33 «Far una città da novo» (1529)

35 «O immensa iactura de dicta città»: la reazione dei vicentini

37 Le critiche di «uno privato ingegniero» (1531)

38 «Non se potrà far ogni cosa cusì subbito subbito» (1532) .

40 Questa «Terra nostra picola»: la supplica di Giangiorgio Trissino

42 Vicenza «non è da fortificar» (1533)

43 «Tuor el Monte dentro?» (1533)

45 Senza perdere la «più bella parte della città»: l’ultimo progetto del capitano generale (1537-1538).

61 Guidobaldo II Della Rovere

61 Il nuovo governatore generale di tutte le genti da guerra

62 L’opinione del podestà Agostino Contarini (1541)

63 Si riparte da capo (1544)

65 «Informazione sul fortificare Vicenza» (1545)

68 «Quamplurimi illustres capitanei et architectores» (e Andrea Palladio) .

71 «Anchor che a me non si apartenga»: l’opinione di Michele Sanmicheli

73 «Ho veduto quanto longamente si è consultato sopra le cose di Vicenza»

77 «Si lassi Padoa… si atendi a Vicenza» (1547)

80 «Li dispareri sono molti e de qui nasse la disputa grande»: l’ultimo atto

93 Epilogo

Tavole

97 Regesto

180 Bibliografia

189 Indice dei nomi

Autore

Donata Battilotti
È docente di Storia dell’architettura dell’Università di Udine. Tra le sue pubblicazioni si ricordano Vicenza al tempo di Andrea Palladio (Accademia Olimpica, 1980), Le ville di Palladio (Electa, 1990), l’edizione aggiornata di Lionello Puppi, Andrea Palladio (Electa, 1999), la curatela di Ville venete: la provincia di Vicenza (Istituto Regionale per le Ville Venete-Marsilio, 2005), Andrea Palladio (Electa, 2011).